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DATA: venerdì 29 marzo 2024

Preparati alla prova preselettiva Concorso Docenti su TastoEffeUno.it

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Un aiuto concreto agli alunni con DSA, BES ecc.. da parte degli insegnanti di sostegno e curriculari.

In questi venti anni ed oltre di insegnamento, penso di aver visto un po’ tutto quello che succede negli Istituti di Scuola Superiore italiana. Dal Nord al Sud, dall’Est all’Ovest, anche se gli edifici scolastici cambiano dal più moderno a quello più obsoleto, il materialo umano è sempre lo stesso. Gli alunni in difficoltà vanno motivati o rimotivati, gli insuccessi scolastici vanno portarli a dei buoni risultati, la perdita di autostima ed atteggiamenti rinunciatari nei confronti della Scuola devono essere un punto prioritario di ogni docente, sia esso specializzato sul sostegno, sia esso curriculare. Ognuno deve dare il meglio di se stesso, partendo dalla propria esperienza professionale. Gli alunni ed in special modo, gli studenti con Disturbi Specifici di Apprendimento, gli alunni che necessitano di BES – Bisogni Educativi Speciali o con altre patologie, andranno trattati “con guanti bianchi” perché il loro avvenire è alquanto incerto ed insicuro. Il buon educatore dovrà alleviare il disagio, le difficoltà, i disturbi ed ottimizzare i bisogni che portano ad un rallentamento del programma nel soggetto affetto da patologie. Occorre fare di tutto affinché gli alunni abbiano lo stesso trattamento e la stessa «change» nella vita piena di ostacoli che a volte sono insormontabili. Un ringraziamento va all’associazione Assodolab che ha affrontato questi discorsi attraverso corsi di formazione e aggiornamento on-line e in presenza sia sui DSA che sui BES attraverso momenti di formazione in videoconferenza e a voi che seguite con attenzione questi bambini. Prof. Agostino Del Buono Presidente Nazionale Assodolab

DATA: 10/02/2011 - Autore Prof. Agostino Del Buono - Post 1501

COMMENTI - PAGINA 7

DATA 11/05/2011 20.51.28 - AUTORE ottaviah598x

Buonasera. Sono un'insegnante di scuola primaria da alcuni anni, ma i problemi e le difficoltà degli alunni con dsa, se da una parte mi motivano ad aggiornarmi e a trovare nuove strategie di insegnamento, dall'altra sono fonte di preoccupazione. Credo sia utile, adesso, che i mass-media comincino a trattare in maniera seria questo problema che alla maggior parte dei non addetti ai lavori è totalmente sconosciuto e, a volte, non è preso in considerazione come disturbo vero e proprio oppure fa paura ( "Non legge bene perché è svogliato, non si impegna....").

DATA 11/05/2011 22.21.28 - AUTORE alessandra I754y

Salve, sono un insegnante di lettere non abilitata, e sono contenta di partecipare al corso sui DSA.Ho sentito parlare di dislessia per la 1 volta,in occasione della mia prima supplenza presso una scuola media. In quell'occasione feci anche un corso di aggiornamento sui DSA, e onestamente con questo corso vorrei maggiormente approfondire l'argomento. Purtroppo, i dsa non sono molto conosciuti, quindi penso che debba essere un dovere dell'insegnante quello di attuare una formazione in tal senso. Gli insegnanti devono aiutare questi bambini, ma per far questo è necessario che gli stessi docenti siano formati in modo corretto.

DATA 12/05/2011 17.26.45 - AUTORE ottaviah598x

Ho appena finito di ascoltare la lezione sulla legge in Italia che definisce e riconosce i disturbi specifici di apprendimento. Ciò permetterà a questi studenti di essere tutelati. Importante è la segnalazione precoce e il lavoro sinergico di vari operatori, dalla scuola all'asl.Tutti gli insegnanti di ogni disciplina e di ogni ordine e grado di scuola dovrebbero essere sensibili e preparati ad attuare interventi mirati a sostenere gli alunni con dsa. Infatti questi alunni, essendo intellettivamente dotati, soffrono per i loro insuccessi scolastici, la loro autostima è fragile.

DATA 12/05/2011 17.35.24 - AUTORE erika_L319X

Con questo mio intervento vorrei porre l’accento sul ruolo fondamentale che hanno i docenti delle scuole elementari nella diagnosi precoce dei Disturbi Specifici d’Apprendimento; sovente capita che i bambini vengano presentati dalle maestre della scuola dell’infanzia come brillanti, maturi, preparati (compatibilmente, ovviamente, con le richieste in base all’età) e poi, arrivando alle elementari, si dimostrino, invece, un disastro! È proprio qui che deve scattare il campanello d’allarme e le insegnanti già in prima elementare possono cominciare a osservare il bambino in diversi momenti della vita scolastica e, se c’è qualche sospetto, cominciare ai parlare con le famiglie. Sembra un’ovvietà, ma l’iter è sempre difficoltoso, perché i genitori tendono a non voler accettare una situazione simile e a rimandare di mesi o anni la scelta di portare il loro bambino in un’unità neuropsichiatrica e, intanto, il tempo passa… e sul bambino si sono già sedimentati insicurezze, disagio, paure…

DATA 12/05/2011 19.33.48 - AUTORE annae906z

Voglio dare una risposta a Pietro forum di febbraio, è vero che i bambini con DSA vanno aiutati con ausili informatici, non insistere con la lettura molto …io per esempio l’anno scorso seguivo una bambina con problemi lievi di dislessia e discalculia fatto sta che seguiva la programmazione di classe tranne che per grammatica, insomma l’aiutavo come dici tu, con mezzi come la tavola pitagorica, schemi facilitati per lo studio di materie antropologiche, schemi che contenevano regole di grammatica perché risultava difficile per lei memorizzare e così via, ma fin qui tutto bene, solo che ormai in 5° aveva cominciato a rifiutare l’uso di queste tabelle probabilmente la facevano sentire “diversa” rispetto ai suoi compagni, a nulla è valso parlarle, spiegarle e farla sostenere dalla psicologa della scuola. Tutto ciò semplicemente per sottolineare che non sempre serve adottare tutte le strategie di questo modo per rendere più facile la vita a questi bambini.

DATA 12/05/2011 21.05.29 - AUTORE Maria Assunta D643N

Con questo mio intervento vorrei fare delle opportune considerazioni personali sulla scuola di oggi....... E' allo sfascio completo per carenza di personale, di valori veri, di idee, di attrezzature, di aule, di professionalità. Non si avvicina certo alla scuola utopica, ostacolata da continue norme restrittive e politiche a suo sfavore che ravvisano nei “tagli” la panacea di tutti i mali. Un’ipotesi di modello operativo ottimale potrebbe essere quello che aggancia intenzionalmente teoria e pratica in cui la costruzione concreta condivida e contestualizzi le caratteristiche strutturali della disciplina. Quando si prende in considerazione il rapporto educativo in ambito scolastico può e deve esistere un’unica teorizzazione, quella della didattica che certamente necessita, per quanto riguarda la prassi, di una particolare operatività, ma non per questo di strutture teoriche differenziate. Senza uguaglianza e diversità la relazione educativa non può esistere e senza di essa non ci può essere nessuna scienza dell’educazione e nessuna didattica; non serve essere esperti di disabilità per occuparsi di educazione, ma, piuttosto, è necessario uno sguardo utopico, una fiducia nelle potenzialità umane e una ferrea volontà nel guidare ogni individuo con le proprie peculiarità all’individuazione di un mondo in comune. In estrema sintesi, ogni sapere mira alla creazione di un mondo in comune con un proprio sapere specifico continuamente rinnovato e discusso dagli specialisti del settore. La didattica, in questo contesto, ha il ruolo-chiave della costruzione di un ulteriore mondo in comune, quello cioè che accomuna tutti i saperi e che stimola l’interrelazione continua fra gli uomini. Ogni sapere specifico ha la possibilità e il dovere di confrontarsi con la didattica, proprio perché grazie alla sua identità disciplinare specifica permette quell’essenziale ragionamento sulle strutture e sull’utilità proprie di ogni disciplina. Questo incontro fra didattica e sapere specifico costituisce il presupposto necessario per svelare il “volto umano” di ogni sapere e le sue strutture di fondo, in una parola, il suo “valore” intrinseco. La diversità, inoltre, deve essere considerata come una caratteristica imprescindibile e naturale, non solo all’interno della relazione educativa e della scuola, ma della vita stessa, dunque risulta evidente come possa risultare fuorviante improntare una disciplina proprio su un tale errore. Partendo da questo punto di vista risulta molto più semplice e logicamente difendibile parlare semplicemente di didattica, eliminando la dizione poco legittima di didattica speciale, proprio perché si tratta di una disciplina universalmente valida e rivolta a tutti, differenze e peculiarità comprese.

DATA 12/05/2011 21.44.05 - AUTORE CristinaZ600R

Sono un’insegnante della scuola primaria che ha già frequentato il corso basic della LIM organizzato dall’ASSODOLAB e non ho potuto lasciarmi sfuggire l’occasione di partecipare anche a questo sui DSA .Nella mia classe ho un alunno DSA in via di certificazione e, devo dire, che non è stato facile affrontare le problematiche ad esso collegate poiché non ero preparata e non conoscevo (se non in maniera superficiale ) questo tipo di disturbo. Insieme alla mia collega e alla famiglia ci siamo rivolti allo sportello didattico Dislessia, (progetto “Scuola territorio e Dislessia”,)nella sede di competenza a noi più vicina. Grazie al loro aiuto abbiamo cominciato un percorso che comincia a dare i suoi frutti, ma la strada è ancora lunga e piena di ostacoli da superare. Spero che questo corso possa fornirmi strumenti utili per rendere più facile la vita scolastica ( e non solo) di questi bambini.

DATA 12/05/2011 21.49.47 - AUTORE Rita_A794S

Sono un'insegnante di sostegno della scuola primaria. Mi piace il mio lavoro. Non ho mai avuto alunni con DSA ma ho avuto modo di entrare in contatto con loro perché presenti all'interno della classe. Il corso DSA per me rappresenta quindi un modo per approfondire questa dimensione, che è sempre più diffusa e non facile da affrontare. Per rendere possibile un intervento significativo è necessario avere le competenze che permettono di individuare ed analizzare il problema, oltre che, ovviamente, le risorse a disposizione per poter pianificare e attuare gli interventi specifici programmati. Fra tali risorse, la prima di tutte è la coesione e la collaborazione fra tutti i docenti dell'alunno.Questo è il modo per permettere agli alunni con DSA di cercare e trovare un possibile percorso scolastico, e non solo, gratificante e significativo.

DATA 13/05/2011 0.32.24 - AUTORE Marina_D969Q

Sono un’insegnante delle superiori che per 11 anni ho insegnato la materia curriculare e da 7 anni sul sostegno. Solo quest’anno nella mia scuola si è preso in considerazione l’alunno DSA come portatore di un disagio da aiutare. Spero che questa esperienza mi dia gli strumenti per aiutare tali alunni in difficoltà ed evitare che possano sentire l’esigenza di allontanarsi dall’ambiente scolastico perché si sentono esclusi ed emarginati.

DATA 13/05/2011 9.47.26 - AUTORE daniela 304z

Sono un’insegnante della scuola primaria e dalla mia piccola esperienza con bambini DSA ho imparato che la motivazione e l’apprezzamento fanno miracoli. Non ho mai dato voti inferiori al sei e ho sottolineato frequentemente ogni minimo progresso. Di fronte al rifiuto e allo scoraggiamento ho dato forza e sostegno e ho ottenuto sempre enormi progressi ma, soprattutto, ho visto bambini felici di venire a scuola. In particolare durante il primo anno di scuola, quando il problema non è ancora diagnosticato, ma ci sono forti sospetti, è importante che tutti collaborino in questo lavoro di supporto e motivazione: genitori, insegnanti e compagni. L’apprendimento della letto- scrittura comporta di per sé un grosso sforzo da parte dei bambini, ma per uno scolaro con DSA è molto più faticoso! Gli alunni con DSA si accorgono presto di avere difficoltà maggiori dei compagni e tendono a “non fare” per evitare di misurarsi con gli altri, oppure si accaniscono nel lavoro nel tentativo di ottenere risultati migliori, per poi scoraggiarsi se non li ottengono. Certo dipende dalla gravità del problema ma la motivazione gioca comunque un ruolo fondamentale.

DATA 13/05/2011 18.49.00 - AUTORE carmela_509u

Sono un'insegnante di sostegno specializzata della scuola primaria e lavoro da diversi anni con alunni disabili affetti da varie disabilità ma non ho mai avuto l'occasione di seguire un alunno con DSA..Ho scelto di seguire questo corso on-line perchè credo che sia una prerogativa dell'insegnamento il continuo aggiornamento..Bisogna essere preparati ad affrontare con efficacia e tempestività qualsiasi situazione problematica, a saper riconoscere (come nel caso dei Dsa) cosa impedisce ad un alunno di vivere serenamente l'esperienza dell'apprendimento per poter offrirgli un aiuto concreto ed efficace prima che la difficoltà iniziale possa degenerare in un problema psicologico...

DATA 14/05/2011 19.26.12 - AUTORE Bartola

Buona sera a tutti. Ringrazio il prof. Ugo Avalle e tutti coloro che mi hanno dato la possibilità di partecipare a questo corso Basic on-line. Sono un'insegnante di scuola primaria e da qualche anno lavoro con alunni con DSA. All'inizio è stata dura perchè non conoscendo il problema è stato molto difficile, adesso dopo aver frequentato qualche corso di formazione tutto è diventato più semplice. Continuo nonostante ciò ad aggiornarmi per migliorarmi nella didattica ogni giorno di più.

DATA 14/05/2011 22.27.44 - AUTORE Prof. Ugo Avalle

Noto con piacere che,nonostante le incombenze istituzionali legate alla conclusione dell'anno scolastico ,numerosi colleghi partecipino a questo forum; ogni intervento è ricco di stimoli didattico-culturali a testimonianza dell'interesse che la tematica dei DSA ed il relativo corso " base" sta suscitando. Confortati da questa partecipazione l'Assodolab ed il sottoscritto docente stanno definendo la struttura dei corsi " Intermedio" ed " Avanzato" affinchè i docenti che hanno aprtecipato a quello " base" e tutti gli altri che vorranno parteciparvi,abbiano un quadro esauriente ed esaustivo della difficoltà e del disturbo dell'apprendimento Invito tutti gli insegnanti a partecipare al Forum ,avanzando richieste/proposte anche metodologico-didattiche: sarà mia cura ,rispondere a tutti.

DATA 14/05/2011 22.45.17 - AUTORE andrea_pllnd

Sono un docente di scuola secondaria superiore, specializzato sia sulla materia che sul sostegno, che da diversi anni lavora (seppur precariamente) con ragazzini diversamente abili e che da circa un anno segue con interesse corsi, preposti dal C.S.A. di Alessandria, sulla DSA. Indipendentemente dalla presenza di ragazzi con DSA l’impegno di noi educatori, proposti alla crescita delle future leve della nostra società, dovrebbe essere quello di cercare di soddisfare i bisogni specifici per ogni alunno, in modo da rendere tutto conforme e modellato alle capacità e alla predisposizione di ogni singolo. A mio parere ancora oggi le scuole non sono adeguatamente preparate per lavorare al meglio con ragazzi diversamente abili o con ragazzi DSA, forse per la mancanza di attrezzature e per la scarsa presenza di figure specializzate. La mancanza di continuità didattica o la non sempre facile collaborazione con la totalità dei colleghi disciplinari, i rapporti con la famiglia o con tutta la rete che circonda il mondo scuola e il contesto sociale, sono punti critici del percorso di crescita educativa e scolastica. L’importante è comunque credere nel lavoro che svolgiamo, lavorare con impegno e collaborazioni reciproche e cercare di rendere il contesto scuola un bacino di piacere e soddisfazione per il ragazzo al fine di evitare ogni sorta di disagio e insuccesso. Risulta, infatti, a mio parer inutile far degli strumenti compensativi e dispensativi il fulcro della risoluzione delle problematiche, in quanto gli strumenti aiutano ma il clima che si crea e la metodologia condivisa e implementata aiutano a superare tutte o quasi le situazioni di gap che potrebbero rendere la giornata scolastica faticosa e frustante.

DATA 15/05/2011 10.59.09 - AUTORE rosa_a522j

Sono un'insegnate di scuola primaria e premetto che non ho alcun titolo per il sostegno. Nonostante ciò, ho da sempre avuto casi di bambini con difficoltà di apprendimento da seguire. Ho lavorato sulla base delle mie modeste conoscenze e di risorse autodocumentative, studiando di volta in volta, le strategie da adottare con i bambini o ragazzi con difficoltà. Ho scelto questo corso per avere più competenze a livello personale, per correggere o per migliorare le mie conoscenze in merito a problemi sempre più presenti nelle nostre classi eterogenee e multietiniche. Buon corso a tutti!

DATA 17/05/2011 17.52.42 - AUTORE annae906z

Ciao Sono ancora io ho terminato l’ascolto di tutte le lezioni e le trovo formidabili, non è per buonismo che lo dico ma, semplicemente perché sono semplici e lineari, un po’ ripetitive, ma va bene così per una come me che ha difficoltà mnemoniche, (non avrò un disturbo DSA)scusate la battutaccia. Ho buttato giù anche la tesina ma mille dubbi mi assalgono su quello che ho scritto, (non ho mai fatto una tesina e non so se i contenuti sono giusti), poi in riferimento al materiale di cui parla Buono nella lettera, i laboratori, le ore di studio non mi è molto chiaro, speriamo di avere dei chiarimenti, spero che qualcuno mi legga e in qualche modo mi risponda grazie. Noto che il forum non è molto frequentato, forse le iscrizioni di questo mese sono state poche, visto gli adempimenti da fare a scuola entro qualche settimana.

DATA 17/05/2011 19.10.34 - AUTORE cattaneo

Sono una insegnante di scuola media superiore. Nella mia scuola da anni c’e una grande sensibilizzazione per attuare una modalità di intervento nei CdC per i ragazzi che manifestano difficoltà di apprendimento. Spesso nella nostra esperienza abbiamo incontrato alunni “difficili” che manifestavano le loro difficoltà in particolari materie, con alcuni docenti, mentre in altri contesti, in tempi a volte lunghi, riuscivano a recuperare, senza nessun particolare intervento didattico, raggiungendo obbiettivi molto soddisfacenti. Sono in accordo con l’affermazione che i ragazzi con difficoltà di apprendimento spesso hanno un disagio relazionale con la scuola. E l’insegnante ha il compito di modulare le strategie didattiche, cercando di individuare le motivazioni delle difficoltà, a volte riconducibili a stati emotivi e caratteriali. Un valido aiuto è nella mia esperienza quotidiana la collaborazione con lo psicologo della scuola, elemento essenziale per iniziare un valido percorso di recupero.

DATA 19/05/2011 10.45.25 - AUTORE ELENAB157M

Sono un'insegnante titolare di scienze motorie e sportive nella scuola sec. di I grado, specializzata per il sostegno polivalente e per questo utilizzata da più di 7 anni sia nella scuola di I sia di II grado, avendo avuto la fortuna di poter accompagnare dalla scuola media un mio alunno al Liceo Scientifico. Ho incontrato dunque nella mia esperienza di insegnante, sia curricolare sia d'appoggio, una vasta variabilità di comportamenti legati a disabilità, a disturbi comportamentali e di apprendimento con la quale ho dovuto "fare i conti" e con la quale ho quindi cercato di confrontarmi per poter prendere gli opportuni provvedimenti adatti, di caso in caso, a delimitare danni e conseguenze. Mi sono resa conto via via che invece sempre più ci sono spunti e metodologie efficaci che però bisogna conoscere bene per poterne fare un utilizzo corretto. Per questo cerco, nel mio piccolo, di continuare ad approfondire queste tematiche, tutte ugualmente interessanti, e anche, tutte sempre più frequenti nella scuola italiana alla quale si chiede con mezzi sempre più ridotti di intervenire su ogni fronte. Spero dunque di trarre giovamento anche dalla lettura con un nuovo punto di vista di quello che questo corso on line può essere in grado di trasmettere e attendo fiduciosa nuove osservazioni e approfondimenti.

DATA 20/05/2011 11.33.56 - AUTORE Maria Assunta D643N

Salve ho attentamente ascoltato le lezioni del prof. e le ritengo molto interessanti e di valido supporto pratico didattico visto che seguo una bambina diversamente abile con piccoli problemi di dislessia e discalculia anche se la disponibilità e la collaborazione delle altre colleghe di classe è minima quasi assente. la mancanza di attrezzature adeguate e la discontinuità didattica rivolta a questi alunni non facilitano il percorso didattico specializzato di questi ultimi. Continuo come altri miei colleghi a partecipare ad aggiornamenti continui e corsi anche universitari di specializzazione per dare modo a questi bambini di migliorare e approfondire le loro conoscienze con strategie diverse rispetto al gruppo classe ma non meno efficaci.

DATA 20/05/2011 18.16.08 - AUTORE Fe_H501M

Sono docente di sostegno da 4 anni nelle scuole superiori di secondo grado. Allo stato non ho mai avuto alunni con patologie certificate di grado “grave”, bensì “medio” o “lieve”. Ciascuna esperienza è stata molto significativa sia dal punto di vista umano che scolastico, aspetti, comunque, strettamente correlati. Devo dire che l’impegno e la tenacia con cui questi alunni hanno cercato di affrontare i vari percorsi di studio ha rappresentato sia per me che per i compagni una grande lezione di vita. Alunni che, a dispetto, delle proprie difficoltà si impegnano per cercare di dimostrare di essere bravi come gli altri, i “normali”. E qui, a mio avviso, scatta l’impegno di noi insegnanti di sfatare la contrapposizione tra ciò che è normale e ciò che non lo è. Ognuno con le proprie peculiarità è! E si può considerare “normale e non” allo stesso tempo. Perciò l’autostima e l’integrazione con i compagni devono essere favorite. Ma non solo. Mi chiedo se sia corretto che il docente curriculare insista nel voler sottoporre l’alunno affetto da DSA ad interrogazione orale, laddove l’alunno stesso dichiari di non sentirsela e non perché non sia preparato ma perché questa verifica rappresenta, ancora, un ostacolo insormontabile che lo fa cadere nell’oblio. Credo che si dovrebbe procedere per gradi e non sottovalutare certe richieste sminuendo ciò che un disturbo dell’apprendimento può rappresentare per l’alunno.

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