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DATA: giovedì 18 aprile 2024

Preparati alla prova preselettiva Concorso Docenti su TastoEffeUno.it

Su TastoEffeUno.it sono disponibili i quiz ministeriali, in formato interattivo, per una preparazione seria e mirata al superamento della prova preselettiva Concorso Docenti. Poiché il tempo a disposizione per la preparazione è limitato, i quesiti sono stati organizzati per ognuno dei 70 MODULI e per AREE: a differenza dell'allenatore del MIUR, è possibile quindi esercitarsi solo su alcune AREE escludendo quelle in cui si ha una adeguata preparazione. VAI AL SITO

Un aiuto concreto agli alunni con DSA, BES ecc.. da parte degli insegnanti di sostegno e curriculari.

In questi venti anni ed oltre di insegnamento, penso di aver visto un po’ tutto quello che succede negli Istituti di Scuola Superiore italiana. Dal Nord al Sud, dall’Est all’Ovest, anche se gli edifici scolastici cambiano dal più moderno a quello più obsoleto, il materialo umano è sempre lo stesso. Gli alunni in difficoltà vanno motivati o rimotivati, gli insuccessi scolastici vanno portarli a dei buoni risultati, la perdita di autostima ed atteggiamenti rinunciatari nei confronti della Scuola devono essere un punto prioritario di ogni docente, sia esso specializzato sul sostegno, sia esso curriculare. Ognuno deve dare il meglio di se stesso, partendo dalla propria esperienza professionale. Gli alunni ed in special modo, gli studenti con Disturbi Specifici di Apprendimento, gli alunni che necessitano di BES – Bisogni Educativi Speciali o con altre patologie, andranno trattati “con guanti bianchi” perché il loro avvenire è alquanto incerto ed insicuro. Il buon educatore dovrà alleviare il disagio, le difficoltà, i disturbi ed ottimizzare i bisogni che portano ad un rallentamento del programma nel soggetto affetto da patologie. Occorre fare di tutto affinché gli alunni abbiano lo stesso trattamento e la stessa «change» nella vita piena di ostacoli che a volte sono insormontabili. Un ringraziamento va all’associazione Assodolab che ha affrontato questi discorsi attraverso corsi di formazione e aggiornamento on-line e in presenza sia sui DSA che sui BES attraverso momenti di formazione in videoconferenza e a voi che seguite con attenzione questi bambini. Prof. Agostino Del Buono Presidente Nazionale Assodolab

DATA: 10/02/2011 - Autore Prof. Agostino Del Buono - Post 1501

COMMENTI - PAGINA 34

DATA 25/06/2014 12.36.20 - AUTORE Maria 55

La videoconferenza è stata davvero interessante , ma all' entusiasmo del momento subentra la difficoltà di gestire un gruppo classe dove ,davanti a bambini con BES, mi sento impotente e mi dispiace davvero tanto non poterli aiutare come vorrei.

DATA 25/06/2014 17.04.45 - AUTORE rita69

Oggi la scuola è chiamata a decidere. Il consiglio di classe riconosce un alunno con Bes, si siede intorno a un tavolo ed effettua una valutazione didattica e pedagogica, non clinica, su quel bambino. La possibilità di seguire un percorso diverso rispetto ai compagni deve essere un reale aiuto, altrimenti può creare situazioni “ negative”. La scelta di differenziare formalmente il percorso didattico di un alunno rispetto a quello dei compagni può comportare ricadute anche gravi nel campo dell’autostima, dell’accettazione del rapporto con i compagni, delle tensioni familiari e altro. Sono rischi che vanno previsti, valutati, analizzati. Insomma, il PDP è un caso eccezionale, la scuola deve essere 'straconvinta' di formalizzarlo, dopo aver esaminato bene ogni possibile pro e contro.

DATA 25/06/2014 18.24.51 - AUTORE scuola6 caterina noto

2) Ascoltando la sua relazione, mi sento di affermare che la Legge sui BES altro non è che la legalizzazione di ciò che ogni insegnante di buon senso già attua nella propria classe. Cioè, dando e ricevendo da ciascun alunno ciò che è nelle proprie possibilità di ricevere e dare. Non c’è bisogno, a mio modesto parere, di programmazione condivisa o meno dalla famiglia. L’importante è, come giustamente Lei ha detto, far vivere a ciascuno la Scuola con agio e non come un disagio. Ogni bambino deve essere felice di alzarsi la mattina per recarsi a scuola.

DATA 25/06/2014 18.25.32 - AUTORE scuola6 caterina noto

1) Sono un’insegnante di Scuola Primaria, nella mia classe 4^, si trova una bambina A. che ho segnalato alla famiglia all’ingresso in terza classe. La famiglia è stata pronta e solerte a recepire la segnalazione; ha subito sottoposto la bambina a dei test in un centro psico-pedagogico privato. Nell’arco di qualche mese, è stata stilata una relazione e data la diagnosi di dislessia, confermata successivamente dal Servizio Sanitario Territoriale dell’ASP di appartenenza. Viene redatto, ogni anno, il PDP con la famiglia; tale collaborazione continua in modo sinergico e positivo per l’alunna, la famiglia e la scuola tutta. Nella stessa classe, si trova un’altra bambina C. che ho segnalato alla famiglia fin dall’inizio della 4^ classe. Anche quest’altra famiglia è stata pronta e solerte, ma si è rivolta al Servizio Sanitario Pubblico. Siamo giunti alla conclusione dell’anno scolastico (giugno 20014) ed ancora la scuola non ha ricevuto alcuna diagnosi (positiva o no di DSA), a tutto svantaggio dell’alunna. Naturalmente non aspetto la documentazione per operare con C. secondo le sue effettive capacità e possibilità, però mi rammarico nel constatare che in Sicilia tutto ciò che è pubblico vuol dire tempi lunghi e attese, a svantaggio dei meno abbienti.

DATA 25/06/2014 18.58.41 - AUTORE Anna Maria Gervasi

In ogni classe ci sono dei bambini con problemi; in una quarta con 23 alunni io ho un bambino certificato e diversi bambini con problemi di apprendimento, di attenzione e di socializzazione. Tutti i bambini hanno bisogno di attenzione e di cura ma con le classi numerose e vivaci diventa un problema per le insegnanti che non hanno alcuna compresenza ma solo lezioni frontali. L’insegnante unico deve affrontare ogni giorno situazioni sempre più complesse e problematiche. Facciamo del nostro meglio ma non è facile.

DATA 25/06/2014 20.38.38 - AUTORE Maria Vincenza

Sono una docente di sostegno della Scuola Primaria (scuola 6) e ho assistito alla videoconferenza del 20 giugno. E' stata interessante, ma penso che per le insegnanti della classe, non supportate dall'insegnante di sostegno, diventa problematico mettere in atto strategie per facilitare l'apprendimento degli alunni con BES, perchè devono rispondere anche ai bisogni degli altri componenti del gruppo classe.

DATA 25/06/2014 21.18.24 - AUTORE Maria Vincenza

Durante l'anno scolastico appena terminato, ho svolto alcune ore di sostegno in una classe 4^ (scuola 6) dove c'erano, oltre al bambino certificato, diversi alunni con problemi comportamentali e di apprendimento.Tra questi una bambina dislessica ha raggiunto risultati più che soddisfacenti grazie agli interventi personalizzati messi in atto da tutte le docenti (in particolare dall'insegnante prevalente), e alla collaborazione della famiglia che non vanificava il lavoro scolastico, ma anzi apprezzava le strategie usate per facilitare l'apprendimento della propria figlia e le utilizzava nelle attività di consolidamento pomeridiane.

DATA 25/06/2014 22.00.20 - AUTORE vin85

Sono un'insegnante di scuola primaria,questo corso mi ha offerto l'opportunità di apprendere consigli, notizie .. per approfondire le problematiche sugli alunni BES. Gli alunni ,che presentano difficoltà nella scuola sono in continuo aumento; l'insegnante deve essere in grado di riconoscere tali disturbi e mettere in atto una progettazione adeguata alle caratteristiche specifiche del soggetto.Compito del docente è portare tutti gli alunni, indistintamente e senza discriminazione al raggiungimento dei livelli più alti del successo formativo per loro possibili

DATA 25/06/2014 23.58.14 - AUTORE emmi

Ogni giorno passato in classe con i bambini, alcuni dei quali mostrano difficoltà di apprendimento, mette sempre in discussione le mie capacità di docente e si traduce in un'importante opportunità di riflessione sulla mia professione e sul mio ruolo di educatrice. Pertanto, acquisire delle competenze specifiche per riconoscere le difficoltà di apprendimento tramite iniziative di formazione è assolutamente necessario. Credo, però che la possibilità di seguire un percorso diverso rispetto ai compagni deve essere un reale aiuto, altrimenti può creare situazioni negative. La scuola quindi, in particolare il consiglio di classe, dopo aver esaminato bene ogni possibile pro e contro, deve essere ben convinto di stilare il PDP, soprattutto quando la famiglia si mostra reticente nell’affrontare i problemi riguardanti i loro figli.

DATA 26/06/2014 11.04.14 - AUTORE maria

Avendo fatto un corso sull'ICF , che rappresenta uno strumento importante per i professionisti del campo sanitario e dei settori della sicurezza sociale, delle assicurazioni, dell'istruzione, dell'economia, del lavoro, e in ambito politico e legislativo. L'ICF può essere utilizzato: come strumento educativo per es. per la progettazione di curricoli e l'identificazione dei bisogni educativi. Ci è stato consigliato anche per la programmazione anche dei DSA e dei Bes, in effetti è molto analitico e articolato nelle varie categorie tanto che se non si ha un pò di dimestichezza si rischia di perdersi... ma non è solo questo, mi chiedo se la sua diffusione è ristretta solo alla scuola non rischia di restare un lavoro di nicchia.Mi piacerebbe conoscere altri pareri.

DATA 26/06/2014 11.22.48 - AUTORE maria

Ho assistito alla video conferenza sui BES, mi piacerebbe però che fossero meglio approfondite le metodologie anche perché la difficoltà in cui mi ritrovo è che nella mia classe potrebbero sicuramente essere catalogati come BES almeno tre alunni ma di fatto, avendo solo ore frontali e altri due alunni diversamente abili, nella quotidianità, noi insegnanti ci sentiamo sempre più impotenti di fronte a tanti bambini bisognosi di interventi personalizzati per il tempo limitato e la mancanza di altro personale dati i continui tagli nella scuola.

DATA 26/06/2014 11.52.38 - AUTORE Giuseppina Papa

Le tre maggiori novità che riguardano quest’anno la scuola italiana sono: l’introduzione dei Bes; la rivoluzione digitale; la rinnovata attenzione all’edilizia scolastica. Con l’introduzione dei Bes la didattica mette l’alunno al centro e si adatta a lui. I Bes sono un passo avanti . E’ la scuola che osserva i singoli ragazzi, ne legge i bisogni, li riconosce e di conseguenza mette in campo tutti i facilitatori possibili e rimuove le barriere all’apprendimento per tutti gli alunni, al di là delle etichette diagnostiche. E’ un discorso di equità, che consente davvero quella personalizzazione spesso rimasta sulla carta . Da’ maggiore responsabilità agli insegnanti curriculari, senza aiuto dal sostegno. Tutto ciò però viene difficile a realizzarsi .

DATA 26/06/2014 11.53.15 - AUTORE Giuseppina Papa

L’introduzione dei Bes avviene in un contesto scolastico assai difficile e quasi incomprensibile per colore che non ne sono parte attiva. La criticità delle situazioni si manifesta in modo concreto a abbastanza drammatico: ormai numerose sono le cosiddette “ classi pollaio” con più di 26 alunni, un diversamente abile e qualche straniero. La classe spesso viene affidata ad una sola insegnante (non esistono più le compresenze) cinquantenne. Quindi i Bes vengono gettati in un’arena senza aver fornito ai lavoratori della scuola gli adeguati strumenti per renderli una risorsa reale, poiché purtroppo il continuo taglio degli investimenti per la scuola pubblica ci condanna a non poter svolgere appieno e serenamente la nostra funzione di educatori.

DATA 26/06/2014 16.39.26 - AUTORE maria

Sono una docente di scuola secondaria di primo grado e insegno lettere. Ho partecipato alla videoconferenza sui BES trovandola interessante e da stimolo per ulteriori approfondimenti. Condivido che in tre ore non si possono né sviluppare, né, tantomeno, approfondire tutte le tematiche afferenti al tema, tuttavia è un punto di partenza. Pertanto mi sono messa a cercare in internet qualcosa che mi aiutasse a capire meglio, e tra le tante cose, ho trovato un pdf interessante (ce ne saranno mille altri e forse anche migliori, ma, come primo approccio mi è piaciuto) e vi posto il nome, magari può servire "Bisogni Educativi Speciali- Linee Guida a Scuola, Istituto comprensivo Ilaria Alpi, Milano"

DATA 26/06/2014 18.30.22 - AUTORE Simona_I752G

In rete ho letto questa risposta riguardo alla compilazione del PDP: “ Non è vero che il PDP bisogna farlo per legge!! Il MIUR con la nota 2563 del 22 novembre 2013 ha chiarito la questione: «Si ribadisce che, anche in presenza di richieste dei genitori accompagnate da diagnosi che però non hanno dato diritto alla certificazione di disabilità o di DSA, il Consiglio di classe è autonomo nel decidere se formulare o non formulare un Piano Didattico Personalizzato, avendo cura di verbalizzare le motivazioni della decisione»”.(http://www.orizzontescuolaforum.net/t74841-domanda-sui-bes).Cosa ne pensa?

DATA 26/06/2014 18.33.36 - AUTORE Simona_I752G

Modello PDP - Formazione 1. Quali sono le voci imprescindibili del PDP?2. E’ previsto un modello uniforme nazionale o regionale oppure ciascuna scuola deve provvedere “ in solitudine”? 3. Perché non si organizzano “Corsi di Formazione Obbligatori e Gratuiti” (Altrimenti la frequenza è minima) per i Docenti disciplinari, per quelli di Sostegno e anche per i Dirigenti Scolastici e/o Corsi on-line? Grazie

DATA 26/06/2014 18.35.10 - AUTORE Simona_I752G

Gli Istituti dovrebbero avere risorse sia professionali che economiche aggiuntive per far fronte alle numerose problematiche che tutti i giorni si rilevano. Nella Scuola Primaria si sono fatti i tagli sul personale eliminando i “Moduli”, il nostro fiore all'occhiello, che prevedevano ore di Contemporaneità che oggi, con l’insegnante Unico o Prevalente non sono contemplate. Lo stesso ministro Gelmini aveva sbottato: «Per anni la scuola è stata utilizzata come un ammortizzatore sociale. È ora di chiudere lo stipendificio». Ora si vedono le conseguenze……..insegnanti soli in classe a gestire tante situazioni stressanti! Perché si eliminano sempre le poche cose buone che funzionano per poi accorgersi che forse si stava meglio prima?

DATA 26/06/2014 19.16.56 - AUTORE Cettina63

La casistica dei soggetti definibili come portatori di BES è talmente ampia che nessuna circolare ministeriale, o nota, riuscirà mai a contenere tutte le sfumature presenti negli alunni che ci troveremo davanti. Il PDP è uno strumento fondamentale per affrontare i casi conclamati di BES, ma la sua compilazione non può e non deve diventare un atto formale da sottoscrivere all'inizio dell'anno e lasciare poi in un cassetto. E' uno strumento utile solo se diventa operativo e suscettibile di continue verifiche e modifiche. E' uno strumento dinamico che segue i cambiamenti dell'alunno non soggetto a tempi prestabiliti. Guardiamo al PDP con mentalità aperta e con fiducia.

DATA 26/06/2014 19.41.28 - AUTORE Cettina63

"Insegnare ad alunni con tipologie diverse di difficoltà è un aspetto del saper insegnare." Non condivido il parere della collega di sostegno che ritiene di essere l'unica detentrice della didattica del'integrazione e dell'inclusione, non si aggiornano solo gli insegnanti di sostegno, anche i docenti curriculari, e a proprie spese, ed attuano nella classe ogni strategia possibile per l'inclusione e l'integrazione di tutti, rendendo le attività adatte alle capacità di ognuno. e non è facile con 25 alunni in classe! "Saper insegnare" non è una prerogativa degli insegnanti di sostegno è una prerogativa degli insegnanti, almeno di quelli che ci mettono impegno e passione.

DATA 26/06/2014 20.40.59 - AUTORE annarosa

Gli alunni con BES devono essere posti nelle condizioni di scoprire cose nuove del mondo e di se stessi, attraverso modalità adeguate al loro modo di apprendere. Nelle attività laboratoriali,infatti,viene fatto ampio uso dell'esperienza diretta e della manipolazione: il tradizionale processo dell' "imparare per fare " si trasforma in "fare per imparare". La didattica laboratoriale diviene cosi modalità per interrogare le cose facendo domande appropriate,proprio perchè si impara a partire da ciò che è concreto esplorando in modo intelligente la realtà. Gli alunni con bisogni educativi speciali trovano nel laboratorio uno spazio di creatività che accresce l'autostima e valorizza l'ampiezza e lo spessore delle loro competenze.

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