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05 - TEMPUS – Anno II – n. 8 – Trinitapoli, febbraio 2001 – Pag. 1 –

 

«Gli insegnanti scioperano per lo stipendio da fame, il governo Amato in cambio elargisce abilitazioni»

 

Dopo lunghe trattative, si arriva ad un aumento di 160mila lire… lorde


Continua il rancore e la mortificazione tra gli insegnanti di ruolo nei vari ordini di scuola.
Dopo l’aumento dei tre milioni annui lordo a coloro che hanno dato l’adesione per le attività di sperimentazione sulla flessibilità organizzativa e didattica nell’ambito del “piano dell’offerta formativa”, dopo l’azzeramento del concorsone che doveva permettere l’aumento di stipendio di 6milioni di lire lordi annuali al solo 20% degli insegnanti lasciando nell’oscurità la maggior parte dei docenti, dopo gli scioperi di ottobre e dicembre scorso ritenuti di “scarso interesse” dall’attuale governo Amato e forse anche dai sindacati, per accontentare gli insegnanti che lavorano seriamente nelle scuole italiane arriva una sorta di “bonus retributivo” di lire 300mila lorde medie mensili, con un incremento variabile su tre fasce di anzianità, ed una serie di «abilitazioni regalo».
La quota stanziata dall’attuale governo centrale ai docenti – ed inclusa dalla finanziaria per i contratti di pubblico impiego – è di 2110 miliardi, pari a poco più di 100mila lire nette mensili.
Questi sono gli unici aumenti che entrano nel tabellare a recupero dell’inflazione che gli insegnanti troveranno nella “busta paga” nel mese di Aprile.
Gli altri 1260 miliardi (importi già previsti per il famigerato concorsone) e gli 850 miliardi (risorse aggiuntive inserite nella finanziaria 2001-2003) andrebbero tutti in salario accessorio.
E’ su questi fondi che si gioca la partita a livello contrattuale. La palla passa ora alla contrattazione tra Aran e i sindacati maggiormente rappresentativi, che stando agli esiti delle elezioni RSU dovrebbero essere Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda.
Il movimento degli insegnanti ha definitivamente bocciato gli “aumenti per merito”, perché fondati su criteri fortemente soggettivi e sulla palese ingiustizia di retribuzioni differenziate soggettivi e sulla chiara ingiustizia di retribuzioni differenziate a parità di lavoro, ma non l’idea di una differenziazione di carriera legata a criteri e parametri ancora da definire.
La posizione che va per la maggiore tra gli insegnanti della scuola italiana è quella che gli aumenti devono essere “uguali per tutti”. Solo dopo si potrà parlare di carriere e differenziazioni.
Ma in compenso, per attirare la simpatia della maggior parte dei docenti, il Ministro della Pubblica Istruzione, ha bandito così due mega concorsi per «elargire abilitazioni» per l’insegnamento.
Così adesso nelle scuole vi sono insegnanti di serie A (quelli superbravi) che sono in possesso di due, tre, quattro ed in alcuni casi anche cinque abilitazioni di altrettante discipline ed insegnanti di serie B che malgrado il loro interesse e l’esperienza che hanno acquisito nel “campo” non hanno potuto conseguire una seconda abilitazione perché legati al loro titolo di studio che non permette una ulteriore abilitazione ma che, a loro volta, hanno partecipato a concorsi ben più seri di questi che ultimamente vengono svolti in questa attuale legislatura.
E come se non bastasse, tra breve ci sarà un nuovo corso abilitante; questa volta per i supplenti temporanei che in quest’ultimo periodo avranno conseguito i famigerati 360 giorni di insegnamento.
Stiamo in un periodo storico, pre-elettorale dove chi riesce ad accontentare un maggior numero di insegnanti, con molta probabilità, riesce anche a spuntarla politicamente.
E così, perché non far conseguire tutte le abilitazioni dell’intero elenco tutt’ora vigente a tutti? Perché non inviarle direttamente per “posta prioritaria” o addirittura per “e-mail” direttamente sulla scrivania degli insegnanti?
Attendiamo con ansia, Signor Ministro!

Agostino Del Buono

 

 

 

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