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DATA: venerdì 26 aprile 2024

Preparati alla prova preselettiva Concorso Docenti su TastoEffeUno.it

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Bullismo e Cyberbullismo: due facce della stessa medaglia.

Mi ricordo all’età di quinta elementare, quando alcuni amici di classe aspettavano all’uscita di scuola altri compagni per dargliene di santa ragione perché durante le varie ore di lezione non gli avevano prestato il libro, la penna, la matita, l’album e così via dicendo. Quindi non c’è da meravigliarsi se oggi viene evidenziato da più parti un comportamento del genere. Con l’avvento della tecnologia informatica, a disposizione degli adolescenti, oltre alle mani, spesso viene utilizzato il cellulare, il personal computer, i social ecc… per denigrare l’amico di classe o altri coetanei della stessa età. Questa nuova forma di Bullismo è chiamata Cyberbullismo. Le vittime che si attestano intorno al dieci per cento, sono ragazze e ragazzi di una fascia di età compresa tra i dieci ed i quattordici anni; poi la percentuale scende. L’obiettivo dei bulli è quello di dare fastidio, a tutti i costi, fuori dall’ambiente scolastico i loro coetanei più deboli. Alcune volte, l’atto si concretizza dentro le scuole, molte volte, fuori dall’ambiente scolastico. Sta all’educatore, all’insegnante, in qualità di figura di riferimento, dare consigli utili a chi subisce queste violenze ed anche a chi provoca tale comportamento diseducativo per tutti gli altri della stessa classe. Occorre dare consigli appropriati, suggerimenti positivi in entrambi i casi affinché si possa vivere in una società migliore. Se da una parte sono gli insegnanti ad educare, dall’altra abbiamo i genitori, il mondo associativo che gli adolescenti frequentano. Anche loro devono fare la loro parte. Non si può e non si deve delegare tutto alla Scuola. Nel caso in cui gli autori di misfatti attraverso il web: post, video ecc… è bene sporgere denuncia alla Polizia Postale in modo che possano individuare gli autori della pubblicazione e procedere di conseguenza. Il corso è stato preparato non solo per gli insegnanti che stanno a contatto con gli alunni per cinque o sei ore al giorno ma potrebbe essere di aiuto ai genitori, ad operatori e a quanti hanno a che fare con gli adolescenti. L’iscritto che partecipa a questo percorso formativo e di aggiornamento “on-line” o “in presenza” è tenuto a formulare due considerazioni personali (POST) ed a inserirli in questo FORUM ASSODOLAB dopo essersi opportunamente registrato.

DATA: 11/06/2018 - Autore Prof. Agostino Del Buono - Post 296

COMMENTI - PAGINA 2

DATA 18/06/2018 10:28:28 - AUTORE GiadaD403S

Sono, un insegnante di scuola primaria, pienamente in accordo con Emy, la quale sostiene che l'aggressività è una pulsione naturale nel bambino, manifestata sin dai primi mesi di vita; per questo motivo deve essere ben incanalata per poter divenire costruttiva e non distruttiva. Spesso i bambini mostrano un' enorme difficoltà a riconoscere le emozioni e a gestirle, la scuola ha dunque questo delicato compito: accompagnare i bambini in un percorso che li supporti e li aiuti a riconoscere e a gestire le proprie emozioni. Tutti i bambini coinvolti negli episodi di bullismo: il bullo, la vittima e lo spettatore devono comprendere il loro ruolo e come i loro atteggiamenti influenzano le dinamiche. Ovviamente in questo percorso devono essere coinvolte anche la famiglia e le altre agenzie educative ( associazioni sportive, associazioni culturali, doposcuola, oratorio.....) affinché lo sviluppo emotivo del bambino possa avvenire in modo equilibrato e l'aggressività si ponga come risorsa per l'individuo.

DATA 18/06/2018 10:41:55 - AUTORE anstre

Sono prima di tutto una mamma e una docente di scuola primaria. Uso quest'ordine per il fatto che sono madre di due bambini di nove e dodici anni. Quest'anno ho vissuto un periodo veramente travolgente in seguito al passaggio di mio figlio maggiore alla scuola secondaria di primo grado. Per un periodo ho pensato che fosse vittima di atti di bullismo o peggio di cyberbullismo. Figli e alunni passano troppo tempo connessi ai nuovi media e poco connessi con il resto del mondo. Diviene fondamentale educarli fin dalla scuola dell'infanzia ai rischi a cui sono sottoposti. I testi dei nostri alunni sono poveri di contenuti, richiamano a modelli di vita tratti da questi nuovi e eroi multimediali. La sintassi spesso è condizionata dalla nuova messaggistica e lo stesso discorso vale per i loro comportamenti. Ritengo opportuno riflettere come educatore su queste tematiche per cercare di introdurre a scuola momenti educativi atti a far conoscere ai cittadini di domani il cyberbullismo in modo da porre le basi di un comportamento più consapevole e responsabile.

DATA 18/06/2018 12:23:43 - AUTORE Monica_I726S

Sono un insegnante curriculare di scuola media e sempre più frequentemente in questi ultimi anni mi è capitato di avere alunni in classe con comportamenti piuttosto particolari. Adesso so che questi bambini hanno un deficit di attenzione e iperattività, oppure sono proprio affetti da disturbo oppositivo-provocatorio. Spesso sono bambini con problemi a casa, talvolta veramente gravi. Avere in classe un bambino del genere destabilizza l’equilibrio della classe, spesso focalizzano così tanto l’attenzione con i loro comportamenti aggressivi che non è possibile fare una normale lezione. Mi sto accorgendo inoltre che spesso ad un comportamento del genere si sovrappongono dinamiche legate al bullismo, perché tali alunni oltre a manifestare rabbia verso tutti e tutto, focalizzano la loro aggressività su un compagno, quello che loro reputano più debole di loro ( fisicamente, per competenze sociali, ecc..)

DATA 18/06/2018 13:51:50 - AUTORE ItaliaC352U

Sono un'insegnante di Scuola Primaria, ho un contatto giornaliero con bambini tra i 6 e i 10 anni in cui noto una chiusura diffusa della loro sfera emozionale.E' difficile coinvolgerli emotivamente, tirarli fuori da un mondo in cui io e l'altro sono due cose separate ,distinte e non le facce della stassa medaglia.Vivono la quotidianità come qualcosa di virtuale, non lasciano parlare il cuore, non si tuffano nel complesso mare delle emozioni.C'è un che di paura a farlo;come se provare rabbia,tristezza,sconforto fosse una sconfitta.La sfida è educare alle emozioni.I ragazzi devono essere guidati a riconoscere le loro emozioni per imparare a gestirle.Questo è il primo passo per condurli all'empatia.Solo preparando i bambini a gestire correttamente la propria emotività potranno vivere meglio e relazionarsi in modo equilibrato e sereno.Il percorso di crescita dell ' alunno dovrebbe tenere in grande considerazione lo sviluppo delle capacità di riconoscere e sentire le emozioni dell' altro, di sentire come si sente chi si ha di fronte, di condividere stati d' animo.Bisogna sottrarre il bambino a quell' analfabetismo emotivo che è alla base di tanti comportamenti dannosi.

DATA 18/06/2018 17:12:35 - AUTORE Monica

Concordo sull’importanza della scuola contesto in cui si realizza l’educazione dell’individuo. Essa si propone intenzionalmente di educare e il suo peso sullo sviluppo del soggetto è quasi pari a quello della famiglia. Il primo e implicito compito di queste due agenzie educative è quello di garantire una funzione educativa, fornire gli strumenti necessari per crescere culturalmente, psicologicamente e socialmente, acquisire un certo grado di responsabilità e autonomia e, infine, formare alla cittadinanza e alla vita democratica. La scuola è studio, conoscenza, cultura, apprendimento dei saperi, ma è anche educazione, teatro di crescita civile e di cittadinanza. È necessario comunque tenere presente che gli episodi di bullismo non si verificano solo a scuola ma hanno altri numerosi teatri come il parco dove i bambini si trovano a giocare, gli oratori, gli ambienti sportivi frequentati nell’ extrascuola. Ognuna di questi richiede interventi calibrati in modo diverso, ma il denominatore comune resta la responsabilità della società, in quanto i bambini costruisco la loro identità anche nell’ interazione con figure adulte significative esterne alla famiglia. Consapevole del fatto che non esiste una ricetta magica per risolvere problemi di tipo educativo e relazionale penso che dare più spazio ed importanza alla sfera emotiva sia una buona base di partenza.

DATA 18/06/2018 18:09:11 - AUTORE Giuseppina

Ho trovato molto interessante il riferimento a Bettelheim ed a Winnicott sul "genitore quasi perfetto".Le mie considerazioni:-se in una famiglia l'affettività è carente o trascurata, i figli corrono il rischio di trovarsi in situazioni di asimmetria relazionale, all'interno delle quali potrebbero assumere la posizione di vittime o di bulli. Sia in qualità di genitore che di insegnante o di esperti corre l'obbligo morale di rendere espliciti"i giochi"che sottostanno ad una relazione patologica e dunque non funzionale ad una piena maturazione affettiva. Stabilire relazioni socialmente significative predispone alla capacità di assumere ruoli costruttivi all'interno della società. Se il ragazzo bullizzato deve essere incoraggiato a fidarsi degli adulti e fortificato al fine di affrontare i "conflitti" che gli si presenteranno; il bullo deve essere aiutato ad esercitare la autoregolazione, ad esternare l'aggressività e ad indirizzare la rabbia in canali accettati dalla società.

DATA 18/06/2018 18:28:09 - AUTORE Giuseppina

Ho trovato di estremo interesse il riferimento a Bettelheim e a Winnicot sul "genitore quasi perfetto".Una condizione che,a mio avviso, rispecchia la maggioranza delle coppie genitoriali. Ma la riflessione che da questo riferimento mi è scaturita e che, se nell'esercizio della genitorialità, si ravvisano carenze circa l'affettività,il rischio al quale si espongono i propri figli è quello di stabilire relazioni asimmetriche nelle quali possono assumere la posizione di vittime o di bulli. Sia in qualità di genitori, che di insegnanti o di esperti, corre l'obbligo morale di rendere espliciti "i giochi"che sottostanno ad una relazione patologica e dunque non funzionale ad una sana maturazione affettiva dei ragazzi. Stabilire relazioni socialmente significative predispone alla capacità di assumere ruoli costruttivi all'interno della società. Se il ragazzo "bullizzato"deve essere incoraggiato a fidarsi degli adulti e fortificato al fine di affrontare le conflittualità dell'esistenza;il bullo deve essere aiutato ad esercitare la autoregolazione, ad esternare l'aggressività e ad indirizzare la rabbia in canali accettati dalla società.

DATA 18/06/2018 20:41:45 - AUTORE Giuseppina

Ho trovato di estremo interesse il riferimento a Bettelheim e Winnicott sul genitore "quasi perfetto". A dimostrazione che l'essere ponderati nell'azione educativa rappresenti il modo più adeguato di rapportarsi ai propri figli. Mi preme riferire queste riflessioni: se attraverso la genitorialità non emerge o si trascura l'affettività il rischio che ne consegue è esporre i propri figli a situazioni di asimmetria relazionale, nella quale questi potrebbero assumere la posizione di vittime o di bulli. Sia in qualità di genitori che di insegnanti o di esperti, pertanto, corre l'obbligo morale di renderci espliciti "i giochi" che sottostanno ad una relazione patologica e, dunque non funzionale, ad una sana maturazione affettiva. Stabilire relazioni socialmente significative predispone alla capacità di assumere ruoli costruttivi all'interno della società. Se il ragazzo vittima di bullismo deve essere incoraggiato a fidarsi degli adulti e fortificato al fine di affrontare le conflittualità della vita; il bullo deve essere aiutato ad esercitare l'autoregolazione, ad esternare l'aggressività e ad indirizzare la rabbia in canali accettati dalla società.

DATA 18/06/2018 20:44:08 - AUTORE Giuseppina

Ho trovato di estremo interesse il riferimento a Bettelheim e Winnicott sul genitore "quasi perfetto". A dimostrazione che l'essere ponderati nell'azione educativa rappresenti il modo più adeguato di rapportarsi ai propri figli. Mi preme riferire queste riflessioni: se attraverso la genitorialità non emerge o si trascura l'affettività il rischio che ne consegue è esporre i propri figli a situazioni di asimmetria relazionale, nella quale questi potrebbero assumere la posizione di vittime o di bulli. Sia in qualità di genitori che di insegnanti o di esperti, pertanto, corre l'obbligo morale di renderci espliciti "i giochi" che sottostanno ad una relazione patologica e, dunque non funzionale, ad una sana maturazione affettiva. Stabilire relazioni socialmente significative predispone alla capacità di assumere ruoli costruttivi all'interno della società. Se il ragazzo vittima di bullismo deve essere incoraggiato a fidarsi degli adulti e fortificato al fine di affrontare le conflittualità della vita; il bullo deve essere aiutato ad esercitare l'autoregolazione, ad esternare l'aggressività e ad indirizzare la rabbia in canali accettati dalla società.

DATA 18/06/2018 20:46:47 - AUTORE Giuseppina

Ho trovato di estremo interesse il riferimento a Bettelheim e Winnicott sul genitore "quasi perfetto". A dimostrazione che l'essere ponderati nell'azione educativa rappresenti il modo più adeguato di rapportarsi ai propri figli. Mi preme riferire queste riflessioni: se attraverso la genitorialità non emerge o si trascura l'affettività il rischio che ne consegue è esporre i propri figli a situazioni di asimmetria relazionale, nella quale questi potrebbero assumere la posizione di vittime o di bulli. Sia in qualità di genitori che di insegnanti o di esperti, pertanto, corre l'obbligo morale di renderci espliciti "i giochi" che sottostanno ad una relazione patologica e, dunque non funzionale, ad una sana maturazione affettiva. Stabilire relazioni socialmente significative predispone alla capacità di assumere ruoli costruttivi all'interno della società. Se il ragazzo vittima di bullismo deve essere incoraggiato a fidarsi degli adulti e fortificato al fine di affrontare le conflittualità della vita; il bullo deve essere aiutato ad esercitare l'autoregolazione, ad esternare l'aggressività e ad indirizzare la rabbia in canali accettati dalla società.

DATA 18/06/2018 20:49:02 - AUTORE Giuseppina

Ho trovato di estremo interesse il riferimento a Bettelheim e Winnicott sul genitore "quasi perfetto". A dimostrazione che l'essere ponderati nell'azione educativa rappresenti il modo più adeguato di rapportarsi ai propri figli. Mi preme riferire queste riflessioni: se attraverso la genitorialità non emerge o si trascura l'affettività il rischio che ne consegue è esporre i propri figli a situazioni di asimmetria relazionale, nella quale questi potrebbero assumere la posizione di vittime o di bulli. Sia in qualità di genitori che di insegnanti o di esperti, pertanto, corre l'obbligo morale di renderci espliciti "i giochi" che sottostanno ad una relazione patologica e, dunque non funzionale, ad una sana maturazione affettiva. Stabilire relazioni socialmente significative predispone alla capacità di assumere ruoli costruttivi all'interno della società. Se il ragazzo vittima di bullismo deve essere incoraggiato a fidarsi degli adulti e fortificato al fine di affrontare le conflittualità della vita; il bullo deve essere aiutato ad esercitare l'autoregolazione, ad esternare l'aggressività e ad indirizzare la rabbia in canali accettati dalla società.

DATA 18/06/2018 20:49:27 - AUTORE Giuseppina

Ho trovato di estremo interesse il riferimento a Bettelheim e Winnicott sul genitore "quasi perfetto". A dimostrazione che l'essere ponderati nell'azione educativa rappresenti il modo più adeguato di rapportarsi ai propri figli. Mi preme riferire queste riflessioni: se attraverso la genitorialità non emerge o si trascura l'affettività il rischio che ne consegue è esporre i propri figli a situazioni di asimmetria relazionale, nella quale questi potrebbero assumere la posizione di vittime o di bulli. Sia in qualità di genitori che di insegnanti o di esperti, pertanto, corre l'obbligo morale di renderci espliciti "i giochi" che sottostanno ad una relazione patologica e, dunque non funzionale, ad una sana maturazione affettiva. Stabilire relazioni socialmente significative predispone alla capacità di assumere ruoli costruttivi all'interno della società. Se il ragazzo vittima di bullismo deve essere incoraggiato a fidarsi degli adulti e fortificato al fine di affrontare le conflittualità della vita; il bullo deve essere aiutato ad esercitare l'autoregolazione, ad esternare l'aggressività e ad indirizzare la rabbia in canali accettati dalla società.

DATA 18/06/2018 20:49:55 - AUTORE Giuseppina

Ho trovato di estremo interesse il riferimento a Bettelheim e Winnicott sul genitore "quasi perfetto". A dimostrazione che l'essere ponderati nell'azione educativa rappresenti il modo più adeguato di rapportarsi ai propri figli. Mi preme riferire queste riflessioni: se attraverso la genitorialità non emerge o si trascura l'affettività il rischio che ne consegue è esporre i propri figli a situazioni di asimmetria relazionale, nella quale questi potrebbero assumere la posizione di vittime o di bulli. Sia in qualità di genitori che di insegnanti o di esperti, pertanto, corre l'obbligo morale di renderci espliciti "i giochi" che sottostanno ad una relazione patologica e, dunque non funzionale, ad una sana maturazione affettiva. Stabilire relazioni socialmente significative predispone alla capacità di assumere ruoli costruttivi all'interno della società. Se il ragazzo vittima di bullismo deve essere incoraggiato a fidarsi degli adulti e fortificato al fine di affrontare le conflittualità della vita; il bullo deve essere aiutato ad esercitare l'autoregolazione, ad esternare l'aggressività e ad indirizzare la rabbia in canali accettati dalla società.

DATA 18/06/2018 20:51:04 - AUTORE Giuseppina

Ho trovato di estremo interesse il riferimento a Bettelheim e Winnicott sul genitore "quasi perfetto". A dimostrazione che l'essere ponderati nell'azione educativa rappresenti il modo più adeguato di rapportarsi ai propri figli. Mi preme riferire queste riflessioni: se attraverso la genitorialità non emerge o si trascura l'affettività il rischio che ne consegue è esporre i propri figli a situazioni di asimmetria relazionale, nella quale questi potrebbero assumere la posizione di vittime o di bulli. Sia in qualità di genitori che di insegnanti o di esperti, pertanto, corre l'obbligo morale di renderci espliciti "i giochi" che sottostanno ad una relazione patologica e, dunque non funzionale, ad una sana maturazione affettiva. Stabilire relazioni socialmente significative predispone alla capacità di assumere ruoli costruttivi all'interno della società. Se il ragazzo vittima di bullismo deve essere incoraggiato a fidarsi degli adulti e fortificato al fine di affrontare le conflittualità della vita; il bullo deve essere aiutato ad esercitare l'autoregolazione, ad esternare l'aggressività e ad indirizzare la rabbia in canali accettati dalla società.

DATA 19/06/2018 09:15:43 - AUTORE MariaRaffaella_H501U

L’avvento delle nuove tecnologie ha senza dubbio cambiato anche l’approccio dei giovani alla scuola: ciò che avviene in classe diventa facilmente di dominio pubblico, grazie ai video girati con i telefoni cellulari. Proprio nella rete si coglie la “degenerazione delle nuove generazioni”, che vivono ignorando il concetto di privacy, ossessionati dal bisogno di condividere e raccontarsi, piuttosto che vivere realmente le emozioni. Alcuni atti di cyberbullismo, così come di bullismo reale, possono avere conseguenze gravi o rilevanza penale, dal momento che costituiscono una violazione del Codice civile, del Codice penale e del codice della Privacy. Il Ministero dell’Istruzione ha attuato dei progetti e delle campagne contro il fenomeno, il cui contrasto non è più quindi solo appannaggio dei singoli Istituti, ma è sostenuto da Istituzioni di maggiore rilevanza, anche se, di concreto, non è ancora stato fatto abbastanza, sicuramente non in proporzione alla portata del problema. Le nuove tecnologie sono quindi in grado di offrire grandi opportunità, anche nel campo comunicativo-relazionale, ma al tempo stesso espongono i giovani utenti a grandi rischi, quale l’utilizzo distorto o improprio delle stesse, volto a ferire intenzionalmente persone indifese e arrecare danno alla loro reputazione. Un atto di bullismo perpetrato sul web può essere molto più infido ed efficace nel suo scopo persecutorio, proprio perché entrambi i soggetti, vittima e vessatore, godono di confini d’azione ampliati.console, computer e televisori, ad ambienti virtuali quali Facebook, YouTube, Social Network, Instagram, Flickr, blog, ecc.) siano i canali privilegiati attraverso i quali, soprattutto tra le nuove generazioni, si manifestano episodi di violenza e di discriminazione, di truffa, plagio e devianza.

DATA 19/06/2018 11:58:08 - AUTORE Emy

Da insegnante e soprattutto da madre credo che bisogna cercare di arginare questo fenomeno il più presto possibile. Mi capita spesso di guardare al mondo dei miei figli con grande ansia e paura. I bambini che dovrebbero essere portatori sani di innocenza e dolcezza sono ormai trasformati, da una società che impone la cultura della sopravvaricazione, in piccoli carnefici in grado d’infliggere mortificazioni continue. Quello che più mi spaventa in tutto ciò è che, genitori che come me sono riusciti ad inculcare nei loro figli rispetto ed amore verso l’altro,inizino a pensare di aver sbagliato e di dover agire in qualità di educatori in maniera diversa impartendo ai propri figli insegnamenti che in qualche modo li rendano più forti e adatti al tipo di società che oggi viviamo. A mio parere quindi il pericolo più grande che corriamo è la tendenza di uniformarsi e adattarsi ad una società vittima di un fenomeno ormai sempre più invadente ,per proteggere e fortificare coloro che si amano e che addirittura a causa del loro forte senso di empatia e giustizia morale vivono situazioni di mortificazione ed esclusione. Conscia di ciò, auspico al più presto, da parte delle istituzioni interventi mirati ad arginare questo fenomeno che rischia di minare irrimediabilmente le fondamenta della nostra società.

DATA 19/06/2018 14:22:56 - AUTORE Gaby

Sono un insegnante di lettere in un liceo classico, ho letto gli altri interventi e sono d'accordo con chi sottolinea l'importanza che si deve necessariamente dare alla figura del "bullo" in quanto persona spesso fragile e molto problematica. Sicuramente nel liceo in cui esercito la mia professione non sono frequenti i casi di bullismo evidente, ma episodi ugualmente gravi di cui accade che non ci si renda conto perché motivati con banali scherzi. Gli attori, infatti, si ritrovano a filmare con il telefonino i compagni in situazioni a loro giudizio buffe, sottolineando o aspetti fisici o modi di dire o di fare ....., non valutando l'effetto sulla vittima.

DATA 19/06/2018 14:24:55 - AUTORE Gaby

Sono un insegnante di lettere in un liceo classico, ho letto gli altri interventi e sono d'accordo con chi sottolinea l'importanza che si deve necessariamente dare alla figura del "bullo" in quanto persona spesso fragile e molto problematica. Sicuramente nel liceo in cui esercito la mia professione non sono frequenti i casi di bullismo evidente, ma episodi ugualmente gravi di cui accade che non ci si renda conto perché motivati con banali scherzi. Gli attori, infatti, si ritrovano a filmare con il telefonino i compagni in situazioni a loro giudizio buffe, sottolineando o aspetti fisici o modi di dire o di fare ....., non valutando l'effetto sulla vittima.

DATA 19/06/2018 14:39:12 - AUTORE Gaby

Sono un insegnante di lettere in un liceo classico, ho letto gli altri interventi e sono d'accordo con chi sottolinea l'importanza che si deve necessariamente dare alla figura del "bullo" in quanto persona spesso fragile e molto problematica. Sicuramente nel liceo in cui esercito la mia professione non sono frequenti i casi di bullismo evidente, ma episodi ugualmente gravi di cui accade che non ci si renda conto perché motivati con banali scherzi. Gli attori, infatti, si ritrovano a filmare con il telefonino i compagni in situazioni a loro giudizio buffe, sottolineando o aspetti fisici o modi di dire o di fare ....., non valutando l'effetto sulla vittima.

DATA 19/06/2018 14:48:05 - AUTORE Gaby

Sono un insegnante di lettere in un liceo classico, ho letto gli altri interventi e sono d'accordo con chi sottolinea l'importanza che si deve necessariamente dare alla figura del "bullo" in quanto persona spesso fragile e molto problematica. Sicuramente nel liceo in cui esercito la mia professione non sono frequenti i casi di bullismo evidente, ma episodi ugualmente gravi di cui accade che non ci si renda conto perché motivati con banali scherzi. Gli attori, infatti, si ritrovano a filmare con il telefonino i compagni in situazioni a loro giudizio buffe, sottolineando o aspetti fisici o modi di dire o di fare ....., non valutando l'effetto sulla vittima.

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