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Ripensare l’orientamento nella Scuola: Orientamento come processo continuo.

 

Trinitapoli, 14 ottobre 2010 ..:: L’orientamento è un processo che si articola lungo l’intero arco di vita e consiste nello sviluppo graduale di competenze, conoscenza di sé e insieme degli obiettivi delle scelte quotidiane.
Nella società contemporanea della conoscenza e della globalizzazione il percorso di scelta si configura, in termini complessi sia perché esige un buon livello di conoscenza del mondo contemporaneo e un pieno controllo emozionale (autoconsapevolezza), sia perché, a causa della crescita del margine di incertezza dovuto ai continui e rapidi mutamenti, i giovani sono destinati a dover operare, nel corso della loro (lunga) vita, altre scelte in modo ricorrente, talora per loro volontà e talaltra contro.
Per non sentirsi inadeguati o disorientati, i soggetti/persone/individui hanno bisogno di possedere le competenze indispensabili per fronteggiare l’imprevisto e per fare una continua manutenzione dei saperi di cui sono portatori.
In questo quadro occorre ripensare l’orientamento e le azioni di aiuto (orientare) tese a costruire/potenziare/supportare la capacità del soggetto di autodeterminarsi (orientarsi): «orientare significa porre l’individuo nella condizione di prendere coscienza di sé, di progredire per l’adeguamento dei suoi studi e della sua professione rispetto alle mutevoli esigenze della vita con il duplice obiettivo di contribuire al progresso della società e raggiungere il pieno sviluppo della persona» (Raccomandazione conclusiva sul tema dell’orientamento, Congresso UNESCO, Bratislava 1970).
La prospettiva di una scelta scolastica e professionale in grado di delineare un percorso di sviluppo lineare per tutta la vita viene considerata ormai superata, mentre assume sempre più valore la capacità orientativa della persona di elaborare un progetto personale che si consolida progressivamente attraverso percorsi diversi e che sia in grado di ridefinirsi in maniera soddisfacente nel fronteggiamento di specifiche esperienze di transizione.
Pertanto, la centralità della fase formativa rimane un nodo strategico:
a) per la persona che deve avere l’opportunità, durante il percorso formativo, di costruirsi delle competenze orientative adeguate ad accompagnare il proprio processo di orientamento lungo tutto l’arco della vita e di sviluppare una progettualità personale sulla quale innescare scelte progressivamente sempre più specifiche;
b) per l’istituzione che deve svolgere un ruolo strategico sia nel sostegno al sistema scolastico-formativo per l’esercizio delle sue funzioni orientative, sia nel coordinamento delle risorse che interagiscono attivamente con il sistema per il pieno raggiungimento degli obiettivi orientativi di propria competenza, sia nella costruzione di un sistema nazionale finalizzato ad integrare politiche dell’istruzione e della formazione e politiche del lavoro in un’ottica di orientamento lungo tutto il ciclo di vita.
Le attività realizzate in Italia nelle scuole superiori, medie, elementari, materne sono state moltissime e spesso di ottima qualità sia nell’ideazione che nell’attuazione da parte di docenti interni o di operatori esterni, anche se si tratta per lo più di azioni di orientamento mutuate e adattate da altri sistemi: interventi che in qualche modo supportano le scelte delle singole persone, come l’Accoglienza, il Potenziamento delle competenze orientative di base, la Prevenzione del rischio di insuccesso in gruppi mirati o con tutorato individuale, il Ri-orientamento con tutorato individuale o con consulenza alle persone. Ma, andando a valutare i risultati, spesso si è visto un divario non indifferente tra gli investimenti fatti, le competenze professionali e le risorse finanziarie spese, e i risultati effettivamente raggiunti nella «paradossale pretesa» di puntare alle competenze più alte,sottovalutando l’importanza fondamentale delle competenze orientative di base o generali che invece sono i pre-requisiti indispensabili per fruire a pieno delle potenzialità insite nelle azioni specialistiche di orientamento.
Si è avviato, allora, un processo di ricerca per individuare - senza rinunciare alle «altre» azioni
complementari, ma utilizzandole al meglio e solo se necessarie - una via dell’orientamento percorribile dalla scuola nella sua specificità (formare e istruire) per dare i pre-requisiti orientativi indispensabili il cui possesso deve essere garantito a tutti e che solo la scuola può dare con gli unici strumenti che i docenti hanno a loro disposizione: le risorse enormi delle discipline (a patto di valorizzarle tutte), per potenziare le competenze trasversali (didattica orientativa/orientante o orientamento formativo).
In Italia buoni riferimenti teorici e normativi fanno capo al sistema istruzione-formazione che, anche sulla base delle Raccomandazioni europee, hanno permesso, attraverso l’emanazione delle Linee Guida per l’orientamento, di delineare un modello organizzativo di azioni di sostegno.
La prima funzione orientativa promossa dal sistema d’istruzione e formazione, coincide con le finalità della didattica orientativa che costituisce parte integrante del progetto formativo d’istituto ed è di stretta competenza dei docenti. Una didattica, cioè, in cui il docente accompagni, stimoli e sostenga lo studente, anche a livello metacognitivo, nel processo di apprendimento e di formazione.
Se l’orientamento è un processo, associato alla crescita e alla maturazione della persona nei vari contesti formativi, sociali e lavorativi, ne consegue che il docente/formatore deve saper utilizzare la disciplina in termini orientanti, attraverso modalità più opportune per realizzarla, traducendo in pratica didattica quotidiana teoria e norme, e ponendo l’attenzione su alcuni nodi fondanti come: le competenze orientative generali, le strategie di fronteggiamento (coping), le abilità comunicative, abilità cognitive di tipo logico e metodologico (metodo del lavoro intellettuale) e metacognitive, le abilità che consentono di riconoscere e governare le emozioni e quelle che permettono di avere un’effettiva conoscenza di sé.
Questo implica, quindi, che il docente utilizzi nella sua normale e quotidiana attività la didattica orientativa/orientante , vale a dire “ azioni intenzionali finalizzate a sviluppare un mentalità o metodo orientativo, a costruire e potenziare le competenze orientative generali ovvero i prerequisiti per la costruzione/potenziamento delle competenze orientative vere e proprie, usando le discipline in senso orientativo, individuando in esse le risorse più adatte per dotare i giovani di capacità spendibili nel loro processo di auto-orientamento e guidandoli ad imparare con le discipline e non le discipline”.
La seconda funzione ha a che fare con azioni di tutorato orientativo che accompagnano l’esperienza formativa dello studente.
Il docente esplica tale funzione tutoriale facendosi “moltiplicatore” delle risorse didattiche, facilitatore delle dinamiche individuali e/o di gruppo, guida nei processi di apprendimento, ottimizzatore dei processi formativi, interfaccia tra tutte le istituzioni formative e la società.
Essa è, inoltre, finalizzata ad accompagnarlo nel percorso di assolvimento del diritto–dovere all’istruzione, per garantire il successo orientativo e costruire le scelte future.
Si tratta, in questo caso, di un aiuto finalizzato a fargli acquisire le competenze specifiche orientative che lo mettano in grado di scegliere e decidere consapevolmente.
Tale funzione, infatti, correttamente intesa ed esercitata da parte del docente, favorisce un reale apprendimento dell’esperienza e, di conseguenza, facilita il processo orientativo.
Molteplici le dimensioni in cui tale funzione può essere applicata: percorsi di alternanza scuola-lavoro, di riqualificazione professionale, di e-learning, di aiuto allo studio, di ascolto, etc.
Didattica orientante e funzione tutoriale possono, quindi, insieme contribuire a fornire sostegno agli studenti nello sviluppo dell’identità nella scuola primaria e nell’orientamento alla carriera durante la scuola secondaria, anche se questo da solo non basta, emerge infatti, l’esigenza di una vera progettazione congiunta che coinvolga gli attori dei diversi snodi e che abbia carattere di verticalità (raccordo tra ordini scolastici diversi, università, mondo del lavoro), affinchè l’orientamento trova la sua peculiarità nella dimensione processuale, non legata alle esigenze di una singola transizione ma in una prospettiva di lifelong learning attivo.
 

 

Patrizia Lattari

 

 

 

 

 

 

 

 

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